Il viaggiatore leggero - Scritti 1961-1995 by Alexander Langer

Il viaggiatore leggero - Scritti 1961-1995 by Alexander Langer

autore:Alexander Langer
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
ISBN: 9788838933806
editore: Sellerio Editore Palermo
pubblicato: 2015-07-22T22:00:00+00:00


Eco-debito:

bisogna imparare a far i conti con l’oste

«Per la prima volta nella storia del pianeta non consumiamo solo gli “interessi”, ma intacchiamo il capitale della natura»: in un mondo in cui tutto è diventato merce e viene misurato attraverso i parametri del denaro, si potrebbe descrivere così la situazione attuale del nostro rapporto di biosfera. Suona un po’ come una cruda equazione della finanza, ma forse serve a capire meglio le cose. Da sempre, infatti, si era saputo che la natura sovrabbonda nei confronti di tutti i viventi, e che i suoi «investimenti» sono in larga eccedenza rispetto ai bisogni; tanto che anche la maggior parte delle catastrofi riuscivano finora ad essere compensate ed assorbite, o almeno rimarginate in modo accettabile.

Da qualche tempo, probabilmente da poco più di vent’anni, non è più così, ed il nostro pianeta non assomiglia più ad un ragazzo che, anche quando si ferisce, sa bene che guarirà poi in poco tempo, ma piuttosto ad un malato grave che dopo i primi infarti deve temere che ogni nuovo trauma potrebbe essere letale. La condizione dell’inquinamento (non solo radioattivo), la deforestazione, l’effetto serra, la cementificazione della crosta terrestre e l’accelerata perdita di «humus», l’ipoteca chimica sul suolo, nell’acqua e nell’aria, e tante altre ferite, sono ad un punto tale – e si sommano e potenziano fra loro – da non autorizzare più alcuna leggerezza nei confronti di «madre terra». Una civiltà – quella industriale, mossa dalla ricerca del profitto e dell’espansione – che non si è accontentata dei frutti della terra, ha cominciato in modo sempre più vorticoso a intaccare ed a tagliare gli alberi (e non solo in senso traslato) ed ora sta di fronte ad una vera e propria mutazione del corso della storia: tanti processi ciclici (come le stagioni o il ciclo dell’acqua o delle coltivazioni agricole…) sono stati forzati e violentati, fino a diventare uni-direzionali ed irreversibili: una volta passati da decine di migliaia di specie di sementi a poche centinaia «industrialmente convenienti», non c’è più un ritorno dalla semplificazione alla molteplicità, ed una volta immesse migliaia e migliaia di pericolose sostanze tossiche e radioattive nella biosfera, non è più possibile disfarsene.

Così l’impatto ambientale – parola oggi in voga – della nostra civiltà è diventato enorme, ed il nostro scambio con la Terra si è fatto predatorio. Viviamo nei confronti del pianeta in uno stato di permanente «insolvenza fraudolenta». In altre parole, non paghiamo i nostri conti con la natura; anzi, li facciamo truffaldinamente intestare ad altri per sottrarci al loro pagamento. Così il costo del nostro impatto sul pianeta viene scaricato sui più poveri (ai quali tocca accontentarsi dei settori più degradanti e più spremuti dell’ambiente e delle risorse che sarebbero patrimonio di tutti), sui più lontani (ai popoli nel Sud del mondo mandiamo i nostri rifiuti, le nostre fabbriche nocive, i nostri pesticidi, le nostre armi), su chi verrà dopo di noi (alle future generazioni lasciamo un mondo inquinato, carico di scorie e povero di risorse rigenerabili).

E mentre, nel sistema finanziario,



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